lunedì 17 marzo 2014

Lo zen altrui

Nella stragrande maggioranza delle storie qui esposte, l'unica persona che subisce ogni tipo di danni, disturbi e sfighe sono io. La constante ricerca di un bagno o di qualcosa che gli somigli crea situazioni disdicevoli solo per me, talvolta qualche lieve ritardo a chi accompagna e niente più.
Ora è arrivato il momento di svelare quella volta che sono stato costretto a fracassare gli altrui marroni e per giunta nemmeno in un bagno pubblico.
Il luogo del misfatto è infatti la casa della sempre più citata Acciaia e l'occasione era buona per trascorrere una pigrissima domenica sera appollaiati sul divano, piano che veniva settimanalmente applicato. Dopo qualche ora però, il mio organismo si ricorda che è domenica sera e che quindi questo significa terminare definitivamente il weekend appena trascorso espellendo tutte le scorie che io sconsiderato ho introdotto nel corpo (Per dovizia di particolari riporto che questa cerimonia di chiusura può avvenire il lunedi mattina). In ogni caso nessuno problema, comunico la lieta novella ad Acciaia e prendo la via del bagno quando una barriera ostruisce la strada tra me e il trono: la porta è chiusa a chiave. Dentro infatti c'è la sorella di Acciaia, non mi scompongo, aspetterò qualche minuto. Torno sul divano e mi posiziono nella classica posizione di attesa che è simile alla posizione del Loto ma più difficile. Passati cinque, interminabili minuti, Acciaia manda in frantumi il mio status Zen - “Ah, ma mia sorella è dentro a fare il bagno, ti toccherà aspettare un pò”. Sgomento, sono costretto ad abbandonare la posizione di attesa e cominciare a disperarmi, già per andare in bagno mi tocca fare i salti mortali quando sono in giro, ora pure nelle case della gente! Si attiva quella parte di corteccia celebrale adibita a sviluppare piani di azione per espellere, i secondi passano veloci e come sempre i muscoli del basso ventre si contraggono assai. Purtroppo per me, è domenica sera anche per il mio cervello e non riesco a pensare nulla di intelligente, di conseguenza vengo mosso dal puro spirito di sopravvivenza: vado verso il bagno, busso fragorosamente la porta e comunico alla Sorella le mie intenzioni in simil-falso tono disperato. Come risposta ricevo delle gran risate e dopo qualche secondo Sorella esce dal bagno lasciandomi il campo libero, solo a quel punto mi sento un po' in colpa perchè mi rendo conto che non solo le ho rovinato quel momento ma anche i minuti seguenti, dato che la cerimonia di chiusura lascia non poche scorie gassose.
Al momento di uscire dal bagno, mi vergogno come un ladro e con la testa bassa ritorno verso il divano senza spiccicare parola, Sorella torna dentro e chissà cosa sarà stata costretta a subire.

Da quel giorno ho cercato di rimuovere questo episodio dalla mia memoria per cercare di alleviare il senso di colpa. Con questa confessione pubblica spero di espiare il mio peccato e giuro/spero che d'ora in avanti l'unica persona che il mio apparato digerente disturberà sarò solo la mia.


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